The waiting city
Le costruzioni di un sogno
AREA DI INDAGINE
Puglia - Italy
FOTO
Alessandro Guida
TESTO
Viviana Rubbo
ANNO
2017
IT
Sospesa fra il mare, il lago e la montagna, Cagnano Varano è uno dei tanti paesi in Italia che negli ultimi decenni ha subito un forte spopolamento (una crescita costante fino al 1991 quando raggiunse i 9158 abitanti per poi subire un declino importante e senza ritorno con i 7000 di oggi).
La sua collocazione ha da sempre permesso ai suoi abitanti di sfruttare le risorse del territorio basate sulla mitilicoltura (il lago è ricco di cozze e vongole, ma anche anguille e capitoni) e la pastorizia. Questo equilibrio si è spezzato negli anni 50 quando molti abitanti sono partiti per la Germania, il Belgio e la Svizzera in cerca di fortuna.
L’attaccamento alle proprie radici ha fatto si che questi emigrati ritornassero poi in patria e, con i soldi risparmiati durante i lunghi anni di lavoro all’estero, cercassero una forma di investimento economico sicuro nella propria terra d’origine. Inizia quindi intorno agli anni 70 la costruzione dei nuovi quartieri di Cagnano Varano, palazzine di 3-4 piani costruite non per la necessità di rispondere ad una effettiva domanda abitativa ma piuttosto porre le basi per un futuro solido, fatto di mattoni, per la propria famiglia.
EN
Hovering between the sea, the lake, and the mountain, Cagnano Varano is one of the many little towns in Italy that in the last decades has suffered a strong decline in population (growth was registered until 1991 when it reached 9,158 residents and then dropped to 7,000 as of today).
This site is rich in natural resources, which has allowed its inhabitants to make a living relying on the presence of the lake. Among the activities: fishing and mussels farming. The lake waters were once rich in mussels and clams, eels and chariots, while the hills and woodlands suitable for the sheep’s rearing. This balance was broken in the 1950s when many left for Germany, Belgium, and Switzerland in search for a better future.
Few decades later, homesickness and the attachment to their roots has brought those who have migrated back to Cagnano Varano. With the money earned during the long years of work abroad, they have invested everything in their hometown. This is how, around the 70s, the construction of the new districts began: 3-4 stories building erected not to respond to an actual housing demand but rather to lay the foundations for a solid future, made of bricks, for themselves and their own family.
Molte delle nuove palazzine vennero quindi edificate dagli abitanti stessi (che avevano lavorato come muratori, imbianchini e carpentieri nei paesi che li avevo accolti) con l’idea di riunire finalmente l’intera famiglia (comprese le generazioni a venire) sotto lo stesso tetto, dai nonni ai nipoti. Distribuiti sui vari piani, si tratta di veri e propri condomini mono-familiari. Purtroppo il desiderio dei padri non sempre rispecchia la volontà dei figli e molti di loro, nati all’estero, vi sono rimasti e questi edifici risultano oggi perlopiù vuoti.
Un’edificazione massiccia, la mancanza di pianificazione e i diversi condoni che negli anni si sono susseguiti, hanno avuto come risultato un edificato che oggi sembra più un cantiere a cielo aperto che una città. Molti edifici sono ancora oggi poco più che degli scheletri di cemento armato senza tamponamenti, alcuni sono abitati solo su alcuni piani, molti di quelli completati non hanno le finiture esterne, nei quartieri costruiti a cavallo del millennio mancano ancora le strade e gli edifici spuntano fuori direttamente dal terreno.
Le case sembrano vivere in un stato di perenne attesa, aspettano che qualcuno arrivi e dia un senso a quei mattoni e a quei solai in ombra da cui oggi vedi il mare. Qualcuno che guardi al futuro in questo paese in agonia.
Many of the new buildings were self-built by the locals themselves (many had worked as masonry, painters and carpenters in the countries which had greeted them) with the idea of finally bringing the entire family (including the generations to come) under the same roof, from the grandparents to the grandchildren. Distributed on various floors, these are real mono-family dwellings. Unfortunately, the fathers’ desire does not always reflect the will of the children, and many of them, born abroad, have remained in those countries and these buildings are now empty.
A massive urbanization, lack of planning, and the several amnesties on the building sanctions that have followed over the years, have resulted in what looks today a building site more than a town. Many buildings are just a little more than concrete skeletons, some are inhabited, yet only partially; many of them might look completed, however no topcoats have been applied. In the neighbourhood built over the change of the millennium, the roads haven’t been made and the buildings emerge from the barren ground. These houses seem on hold, in a state of never-ending pause, waiting for someone to come and give sense to those bricks and breathless shaded shells from where you can catch a sight of the sea.
Somebody - perhaps a change maker - who could bring a spark of future in this town in agony.