Arcipelago

Un racconto
delle Aree Interne
del Paese

 

AREA DI INDAGINE

Ottana e la Barbagia, Matera e la Valle del Basento.

Il lavoro completo include anche:
Appennino Tosco-emiliano e le Foreste Casentinesi,
Gibellina e il Belice, Camerino e il cratere del terremoto 2016.

FOTO

Alessandro Guida

TESTI - RICERCA

Viviana Rubbo

ANNO

2017-2018

COMMITTENTE

MIBACT. Ministero della Cultura

Questo progetto fotografico è stato realizzato per
il Padiglione Italia alla XVI Mostra internazionale di
Architettura della Biennale di Venezia,
curata dall’Arch. Mario Cucinella.

I contenuti di questa pagina sono il nostro contributo ad un progetto realizzato come collettivo Urban Reports

IT

Cosa sono le aree interne del Paese Italia? Qual è l’immagine che associamo ad esse? Come può la fotografia contribuire a nutrire l’immaginario collettivo di questi luoghi e diventare metodo di lavoro, integrando le altre discipline nell’ambizioso compito di rilanciare questi territori?

Urban Reports ha partecipato al collettivo multidisciplinare coordinato da Mario Cucinella, curatore del Padiglione Italia alla XVI Mostra internazionale di Architettura della Biennale di Venezia, impegnato nella costruzione del progetto “Arcipelago Italia. Progetti per il futuro dei territori interni del Paese”. Un collettivo composto da architetti, urbanisti, storici, esperti di diverse discipline, che ha lavorato su 6 progetti sperimentali, in 5 aree strategiche, pensati come potenziali occasioni di crescita e sviluppo per i territori delle aree interne del nostro paese: Gibellina e il Belice, Camerino e il cratere del terremoto 2016, Ottana e la Barbagia, l’Appennino tosco-emiliano e le foreste casentinesi, Matera e la Valle del Basento.

Gli studi di architettura che hanno lavorato ai 6 progetti sperimentali: MODUS ArchitectsAM3 Architetti Associati con Vincenzo MessinaSimone SolinasDiverserighestudioBDR bureau e Gravalos Di Monte architects.

Per questo progetto, Urban Reports ha proposto e sperimentato l’uso della fotografia come strumento narrativo. Percorrendo la dorsale del paese, dalle Alpi, lungo gli Appennini fino al Mediterraneo, abbiamo cercato di racchiudere in otto immagini emblematiche degli otto itinerari attraverso architetture di pregio, percorsi storici e paesaggi pregevoli, per poi soffermarci sulle 5 aree strategiche e costruire un racconto a supporto della riflessione sul presente e il futuro di questi luoghi. 

La fotografia come strumento meta-progettuale per osservare e comprendere le dinamiche territoriali, sostenere il percorso creativo dei progettisti e incoraggiare la riflessione sui caratteri identitari dei luoghi e i futuri scenari di trasformazione; per aprire a nuove prospettive e possibilità di analisi; un potente mezzo di comunicazione in grado di nutrire un nuovo immaginario collettivo.

EN

What do Italy’s internal areas look like? What kind of image do we associate to them? How can photography contribute to nurture and fuel the collective imaginary of these places and become a working method integrating the other disciplines in the ambitious task of reviving these territories?

Urban Reports was part of the interdisciplinary team coordinated by Mario Cucinella, curator of the Italian Pavilion at the 16th International Architecture Exhibition of the Venice Biennale, involved in the creation of the project “Arcipelago Italia. Projects for the future of the country’s internal territories”. A collective gathering architects, urban planners, historians, experts in participatory planning and different other disciplines, who have worked together on 6 experimental projects in 5 strategic areas conceived as potential opportunities for growth and development for the territories of the internal areas of Italy. The strategic areas are: Appennino Tosco Emiliano and the Casentinesi Forests, Gibellina and the Belice Valley, Camerino and the crater of the 2016 earthquake, Ottana and Barbagia, Matera and the Basento Valley.

The architects who have designed the 6 experimental projects are: MODUS ArchitectsAM3 Architetti Associati con Vincenzo MessinaSimone SolinasDiverserighestudioBDR bureau e Gravalos Di Monte architects.

For this project Urban Reports has proposed the use of photography as narrative tool. Covering the ridges of the country, from the Alps along the Apennines towards the Mediterranean sea, we sought the eight emblematic images for the eight itineraries across valuable architecture projects, historical sites, trails and landscape attractions. But we also specifically worked on the five strategic areas and build a territorial narrative capable of supporting a reflection on the present and the future of these places. 

Photography as a medium to observe and understand the territorial dynamics, support the architects creative path and encourage the reflection on those places and the future scenarios of transformation; photography used to inspire new perspectives and visions; a powerful means of communication capable of feeding a new collective imaginary.

“La Barbagia è quel luogo dove esiste tutto ciò che viene raccontato e quello che viene taciuto esiste perché un giorno qualcuno lo racconterà”

Michela Murgia, da “Viaggio in Sardegna,
11 percorsi nell’isola che non si vede”,
Ed. Einaudi, 2014

Un approccio interdisciplinare

Delle 72 aree interne che fanno parte della strategia nazionale delle aree interne, il curatore ne sceglie 5 e per ciascuna di esse pone l’accento su temi di indagine che insistono sul carattere peculiare di questi territori ma al contempo rappresentano questioni di interesse nazionale: le foreste e la filiera del legno (le foreste casentinesi dell’appenino Tosco-Emiliano), la ricostruzione post-terremoto e la relazione tra azioni temporanee e permanenti (Camerino), mobilità e connessioni materiali e immateriali (Valle del Basento); il ruolo dell’arte e della cultura (Gibellina e Valle del Belice), nuovi spazi per la salute (Ottana in Barbagia).

La domanda posta dal padiglione era: come riattivare questi territori? Come può progetto sperimentale, interdisciplinare e ricco di molte competenze e attori contribuire supportare la produrre di nuove visioni e nuovi immaginari e di architetture capaci di attivare dinamiche positive?

Come può la fotografia contribuire a costruire una narrazione contemporanea di questi territori?

le 5 aree interne sono territori molto diversi tra loro, ciascuno con un diverso tema di indagine, la struttura del gruppo di lavoro ruotava intorno ad un comitato scientifico che riuniva tutta una serie di esperti e competenze, ciascuna area era stata assegnata ad un team di architetti supportati a loro volta da esperti tematici e attori locali fondamentali per comprendere le dinamiche di questi luoghi.

Il nostro lavoro si è sviluppato intorno a ciascuna area (che i fotografi hanno esplorato individalmente e talvolta con me), e poi nella costruzione di una sintesi e un processo di editing capace di metterle in relazione dando vita ad una narrazione contemporanea di questi luoghi. Un racconto fotografico costruito “camminando e ascoltando” il territorio. Una campagna fotografica costruita a più voci, strumento di indagine, di approfondimento conoscitivo, per osservare e comprendere le dinamiche territoriali, ma anche per sostenere il percorso creativo dei progettisti e degli esperti, incoraggiando la riflessione sui caratteri identitari dei luoghi e sui futuri e possibili scenari di trasformazione.

Identificazione delle 5 aree di studio - schizzo di Mario Cucinella


Valle del Basento

Barbagia

Questo lavoro è stato un viaggio lungo sei mesi che ci ha permesso di ritornare più volte sui territori, “metabolizzare” il paesaggio e farlo diventare qualcosa che vivesse dentro di noi (come diceva Gabriele Basilico). È stato un’esperienza attraverso i luoghi, fatto di parole, letture, camminate e incontri particolarmente felici con i progettisti, i consulenti, gli esperti e la popolazione locale che hanno svelato storie e sguardi, e guidato i fotografi alla scoperta di territori e paesaggi ancora poco conosciuti.
Condotti per mano dalle emozioni che provoca il paesaggio, il risultato del racconto fotografico è una raccolta di iconemi, definiti dal geografo Eugenio Turri le unità elementari della percezione, elementi significanti e illustrativi di ciascun paesaggio: la natura selvaggia e arcaica della Barbagia; le connessioni reali, possibili o immaginarie della Valle del Basento; la dimensione spirituale e produttiva dei boschi e delle Foreste Casentinesi; le tracce della storia e degli eventi nella Valle del Belìce e il rapporto profondo tra la matericità maestosa del sottosuolo di Camerino e la ricchezza culturale del suo territorio.

Un lavoro che ha prodotto un nuovo livello di lettura per ogni ambito e quindi, nell’insieme, una sintesi visiva dell’identità di questi territori. ─ 

Per saperne di più su Arcipelago Italia 

A six-month journey which has enabled us to go back to the territories several times, “metabolize” the landscape and turn it into something which has become part of us (as Gabriele Basilico used to say).  It has been a true experience of various places, made of words, readings, walks and particularly positive encounters with the architects, the consultants, the experts and the local populations. All these experiences have revealed stories and gazes, guiding us to the discovery of territories still unknown.
Guided by the emotions provoked by the landscape, the photographic tale is made of iconemi, those significant elements illustrating each landscape: the primitive wilderness of Barbagia; the real, possible or imaginary connections of the Basento Valley; the spiritual and productive dimension of the woodlands in the Casentino forests; the traces of dramatic history and events in the Belice Valley; and the deep relationship between the majestic nature of the caves and the cultural richness of its territory. 

A photographic campaign that has produced a new level of interpretation for each area and therefore, as a whole, a visual synthesis of the identity of these territories. ─

More about Arcipelago Italia

L’esposizione al Padiglione Italia della Biennale di Architettura di Venezia 2018

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