Hong Kong

 

Exploring urban density

 

AREA DI INDAGINE

Hong Kong and New Territories

FOTO

Alessandro Guida

TESTO

Viviana Rubbo

ANNO

2017

IT

Ben nota e ampiamente rappresentata, Hong Kong ha innegabilmente un'atmosfera sorprendente. Se montagne e foreste coprono il 70% del suo territorio, le cifre parlano di 7.827 edifici di oltre 35 metri di altezza intrecciati con una vera e propria giungla tropicale che forma quella che è stata denominata la "città verticale".

Nel corso dei decenni, i grattacieli di edilizia residenziale pubblica, densi e compatti, hanno modellato il profilo della città in un paesaggio di blocchi di cemento addossati uno accanto all'altro quasi irreali; uno scenario che confonde e disorienta.

Erano i primi anni '50 quando moltitudini di persone si riversarono a Hong-Kong a causa dei disordini politici nella Cina continentale. Ciò portò ad un drastico aumento del numero di persone che trovarono in città soluzioni di fortuna. Nel 1953, la notte di Natale, scoppiò un tragico incendio che devastò l'area di Shek Kip Mei: in una sola notte 50.000 persone persero il loro rifugio.

Da allora, il governo ha istituito un fondo per la costruzione di edifici multipiano per fornire alloggi a basso costo alle famiglie più fragili e di basso e medio reddito. Oggi l'Housing Authority fornisce casa a oltre 2 milioni di persone, circa il 30% della popolazione di Hong Kong. Su questo territorio il valore del suolo è un fattore determinante: ogni metro quadrato vale decine di migliaia di dollari e gli impresari hanno scelto la via del cielo per trovare altro spazio, decretando la nascita di quella che è stata definita la “condizione di assenza di suolo”.

EN

Well known and extensively portrayed, Hong Kong has undeniably an astonishing atmosphere. Mountains and forests cover the 70% of its territory and figures talk of 7.827 buildings of more than 35 meters high intertwined with genuine tropical jungle forming what has been described as the ‘vertical city’.

Throughout the decades, the dense and compact high-rise public housing estates have shaped Hong-Kong skyline with concrete blocks piled up one next to the other almost unreal, overwhelming.

It was in the early years ‘50s when multitudes of people poured into Hong-Kong due to the political turmoil on the mainland of China. This led to a drastic increase in the number of squatters. In 1953, a tragic fire broke out on Christmas night devastating the squatter area in Shek Kip Mei, making more than 50 000 people homeless overnight.

Since then, the government set up a fund for constructing multi-story buildings to provide lower and middle-income families low-cost housing. Today, the Housing Authority provides homes for over 2 million people, about 30% of the population in Hong Kong. Land values are also a determining factor: with each square meter worth tens of thousands of dollars, developers are pushed to build as high as possible leading to what has been defined the “condition of groundlessness”.

Questo lavoro fotografico è stato realizzato durante un breve viaggio in Cina e vuole offrire l’occasione per soffermarsi sulle molteplici forme della densità urbana: da un lato, gli edifici dalle forme scultoree del lussuoso centro economico e finanziario dell'isola. D'altra, la periferia della penisola di Kowloon e lo sviluppo urbano aggressivo sui Nuovi Territori, dove il bucato si stende sul mancorrente di una strada di accesso ai complessi residenziali e lo spazio pubblico è una fonte vitale per evadere dai piccoli appartamenti – celle di un maestoso alveare – in torri di oltre 40 piani che eclissano il sole.

This photographic work was realized during a short trip to China and wants to offer a chance to reflect on the multifaced forms of urban density: on the one hand, sculptured buildings in the five stars and expensive economic and financial core of Hong Kong Island. On the other hand, the outskirts of Kowloon peninsula and the aggressive developments in the New Territories, where the laundry is hung up on the railing along the roads and public space is a vital source to escape shady cellular flats packed in 40-story towers turning off the sunlight.

Hong_Kong_paesaggisensibili_Alessandro_Guida_21.jpg

“Moving vertically, you can find restaurants,

amenities, public seating areas and

even lush gardens in tucked-away

spaces well above street level”

— Christopher DeWolf, The Vertical City, I-II-III)

È una sensazione che si prova davvero quando si è trascinati dal flusso di persone sui passaggi pubblici che attraversano gli edifici, inghiottiti dalla giungla di cemento, sospesi in aria su passerelle in affaccio sulle strade trafficate.

Percorrendo i sentieri tra le alture circostanti, a poche centinaia di metri dall'ultima torre che volge le spalle alla vegetazione, ci si può imbattere in piccoli accampamenti di fortuna, miseri insediamenti nascosti dagli alberi.

Alle spalle, una foresta lussureggiante; di fronte, l'orizzonte è una moltitudine di torri.

That’s something you can really feel when lugged around by the flow of people on the public passageways that cross the private buildings, swallowed up and lost in the concrete jungle, hanging on the air overlooking the busy streets.

Hiking the mountain, just few hundred meters away from the last tower turning its back to the forest, you can bump into shanty villages, miserable settlements hidden by the trees.

Behind a verdant forest; opposite, the horizon is a multitude of towers.

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