Corviale
La lunga vita di un
progetto di edilizia
pubblica
AREA DI INDAGINE
Roma. Italy
FOTO
Alessandro Guida
TESTO
Viviana Rubbo
ANNO
2015
IT
Roma, Italia. È il 1982. Nella periferia sud-ovest, ai margini della città, prende forma un complesso di edilizia residenziale pubblica straordinariamente ambizioso. Lungo 960 metri e alto nove piani, l’edificio ospita circa 8.500 abitanti, distribuiti in 1.200 appartamenti. È Corviale. La vista della massa di cemento è surreale. Un'opera senza tempo, mai finita, un gigante ferito da un'agonia primordiale; cemento che le insidie del tempo e la mancanza di manutenzione corrodono. Una città nella città che sorge su un colle e domina la campagna romana costellata di boschi. La sua storia è la storia dell'Italia, dagli anni '70 ad oggi: ritardi, abusi, assenza di risorse, politiche inadeguate e occasioni mancate. Erano gli anni del boom immobiliare, e a Roma la domanda di abitazioni era pressante. I lavori iniziano nel 1975 e si arrestano bruscamente nel 1982 quando la società fallisce. Nello stesso anno, benchè il progetto non sia ultimato, vengono assegnati i primi appartamenti, e subito decine di famiglie occupano diverse unità, soprattutto nel quarto piano, settore che nel progetto originario doveva ospitare servizi e attività commerciali.
Da allora, e per molti anni, l’immobile ha vissuto di vita propria, un vascello alla deriva nel vuoto di politiche abitative pubbliche inadeguate ad affrontare un crescente disagio abitativo che riguarda, ancora oggi, tutto il Paese.
Lo scenario cambia nei primi anni Duemila. Molte associazioni e collettivi, lo stesso Comune di Roma e l'ATER (Ente territoriale per l'edilizia popolare) avviano, e tenacemente attuano, un paziente lavoro di tessitura di reti sociali che hanno permesso l'attivazione di un lento processo di rigenerazione urbana attraverso percorsi di progettazione inclusiva.
Nascono Radio Impegno per combattere l'illegalità, il primo esperimento di calcio sociale, l'Associazione Corviale Domani e il centro culturale Mitreo. E poi ci sono gli abitanti. Molti di coloro che abitano nell’immobile da oltre trent'anni pensano che il cuore del problema sia l’incompiutezza del progetto stesso.
Nel 2009, dopo anni di stagnazione, l'ATER ha lanciato un primo bando per la riqualificazione, con la previsione di un cambio d'uso, del quarto piano, in parte occupato abusivamente e, nell'estate 2015, ha indetto “Riqualificare Corviale” un concorso di progettazione per riconfermare lo sforzo di migliorare la qualità della vita del complesso di edilizia sociale pubblica. Corviale è testimone del limite delle politiche abitative italiane, è il fallimento di un progetto, è il risultato di una mancata risposta al diritto primario a una casa dignitosa per tutti.
Corviale è il limite oltre il quale è impossibile andare. Ma il limite va trasformato in confine, elemento di transizione che genera opportunità. Un luogo dove instaurare relazioni speciali, ispirate da situazioni insolite, dove forze creative e bisogni si mescolano e producono nuove risposte. E Corviale le troverà.
PS. Il nostro progetto su Corviale risale al 2015.
Dal 2018 il Corviale è teatro di molte nuove iniziative e progettualità che affrontano il tema della rigenerazione degli spazi collettivi dell’immobile. Tra questi, “Il Laboratorio di Città a Corviale”, che vede coinvolti il Dipartimento Politiche Sociali della Regione Lazio e il Dipartimento di Architettura dell’Università degli Studi di Roma Tre, è uno strumento che nasce per accompagnare il programma di trasformazione fisica, intercettando, raccogliendo e mettendo a sistema le istanze, i bisogni e le necessità del territorio.
EN
Rome, Italy. In the southwest outskirts, on the edge of the city, an impressively ambitious social housing complex saw the light in 1982. 960 meters long and nine stories high, it houses approximately 8,500 , distributed in 1,200 apartments. It is Corviale. The view of the concrete mass is surrealistic. A timeless work, never finished, a giant wounded by a primordial agony, concrete that the pitfalls of time and the lack of maintenance made corrupt. A city within a city that stands on a hill and dominates the surrounding Roman countryside dotted with groves. Its history is the history of Italy, from the 70s to this day: delays, abuse, lack of resources, and missed opportunities. Those were the years of the housing boom, and in Rome the demand for housing was overwhelming. Works began in 1975 and were interrupted abruptly in 1982 when the company went bankrupt. The first flats were handed over in the same year, though the real estate was unfinished, and immediately tens of families illegally occupied different units, especially on the fourth floor which was supposed to host services and business according to the original design.
Since then, and for many years, the building has lived on its own, a vessel adrift in the void of the Italian public housing policies which appear inadequate to deal with a growing housing problem that, still today, affects the whole country.
In the last decade, many associations and collectives, Rome City Council itself and the ATER (the territorial agency for public housing) have tenaciously implemented a patient work of community engagement aimed at activating the urban regeneration process through participatory and inclusive design.
In the meanwhile, Radio Impegno to fight illegality, the first experiment of social soccer, the Association Corviale Domani and Mitreo cultural center were born. And, the inhabitants. Many of those who have lived there for over thirty years now think that the heart of the problem is the unfinished condition of the project itself.
In 2009, after years of stagnation, ATER has launched a first call for the refurbishment, with change of use, of the fourth floor in part squatted and in the summer 2015. “Riqualificare Corviale” is a design competition to reconfirm the effort to increase the living quality of the social housing complex. Corviale witnesses the limit of the Italian housing policies, the failure of this project, by being the result of a lack of response to the primary right to a decent home for All.
Corviale is the limit beyond which is impossible to go. But the limit should be transformed into a border, an element of transition generating opportunities. A place where special relations can be established, inspired by unusual situations where creative forces and needs mingle and produce new answers. And Corviale will find them.
PS. Our project on the public estate of Corviale dates back to 2015. Since 2018, Corviale has been the scene of many new initiatives and projects that address the regeneration of the building’s collective spaces. Among others, "The Laboratory of the City in Corviale", which involves the Department of Social Policies of the Lazio Region and the Department of Architecture of the University of Roma Tre, is a tool created to support the programme of physical transformation collecting and organizing the needs and requirements of the territory.