Powerscape

The landscape
of the energy
transition

 

AREA DI INDAGINE

Puglia - Italy

FOTO

Alessandro Guida

TESTO

Viviana Rubbo

ANNO

2017

IT

Powerscape è un viaggio sui crinali del subappennino Daunio, un percorso tra i parchi eolici più produttivi d’Italia. Zigzagando sulle cime campano-pugliesi, si percorrono i pendii di Faeto, le colline brune di Rocchetta Sant’Antonio, Lacedonia fino a Candela. Settembre, il terreno è stato arato da poco, grandi zolle scure si alternano al nero fumo e il giallo delle stoppie. È un confine puntellato di bandierine quello tra la Campania e Puglia: terre di conquista. Ed in infatti, non si tratta di un luogo qualunque. Si tratta di una delle più produttive ‘miniere del vento’.

Sul fronte pugliese, Faeto (627 ab) e Sant’Agata di Puglia (1959 ab), sono tra i primi, seppur piccolissimi, dieci comuni del grande eolico italiano (dati del Rapporto Legambiente 2017, I comuni rinnovabili). Cosa vuol dire? La Puglia contribuisce in modo significativo con circa il 28,9% della produzione eolica nazionale. E sono 293 comuni con impianti eolici di grandi dimensioni (composti da torri con potenze superiori ai 200 kW) che superano largamente il fabbisogno delle famiglie residenti. Dei 334 Comuni italiani dotati di tali impianti, continua il rapporto, 7 quelli che producono tra il 99 e il 70% del fabbisogno locale, altrettanti tra il 69 e il 50%, 11 quelli tra il 49 e il 20%. In totale, i Comuni dell’eolico sono 904, il 4,5% dei Comuni italiani.

Ma se da un lato l’imperativo è l’abbandono delle energie fossili e la definizione di programmi per la transizione energetica e la produzione di energia pulita, dall’altra per più di due decenni ormai, il Sud Italia e le sue isole, hanno subito la diffusione (spesso poco ponderata) di impianti eolici privati, ormai desueti, realizzati trascurandone gli impatti sull’ambiente, sul paesaggio e sulla vita quotidiana di agricoltori e allevatori. “Una foresta di tubi e di pale, l’una dietro l’altra a recinto dei crinali delle montagne. L’orizzonte è tagliato dalle eliche, sembra che la terra possa decollare e tutti noi puntare da un momento all’altro verso il paradiso” scriveva Antonello Caporale nel 2012 descrivendo il comune di Candela.

Ed è solo di un paio di mesi fa, un articolo di Europatoday (26.11.2017) “Via col vento: la Bei finanzia 8 parchi eolici nel Centro-Sud Italia”. Nuovi parchi eolici in Abruzzo, Basilicata, Campania, Puglia e Sicilia. Nuove torri significano la realizzazione di infrastrutture imponenti: strade, manufatti, scavi per la posa dei cavi, cabine di trasformazione. Che tipo di paesaggio stiamo costruendo? Come cambierà ancora?

Stiamo creando nuovi territori, nuovi paesaggi produttivi. Questo lavoro vuole esplorarli e farli conoscere.

EN

Powerscape is a journey on the ridges of the sub-Apennines called Daunio in the Apulia region; a route across the most productive wind farms in Italy. Travelling the peaks of Campania and Puglia, you walk the slopes of Faeto, the brown hills of Rocchetta Sant’Antonio, Lacedonia up to Candela. September, the land has been recently plowed and forms a pattern of large dark clods, black smoke ground and the yellow of the stubble. The border between Campania and Puglia is dotted with flags : lands of conquest. And in fact, it’s not just any place. It is one of the most productive ‘wind mines’.

On the Apulian side, the little village of Faeto (627 ab) and Sant’Agata di Puglia (1959 ab), are among the first ten municipalities, albeit very small, of the great Italian wind power (Legambiente Report 2017, I comuni rinnovabili). What does it mean? Puglia contributes significantly with approximately 28.9% of national wind production. In Italy, there are 293 municipalities with large wind farms (made up of towers with powers exceeding 200 kW) that largely exceed the needs of resident families. Of the 334 Italian Municipalities equipped with these plants, the report continues, 7 produce between the 99% and 70% of the local needs, another 7 between 69% and 50% and 11 between 49% and 20%. At present in Italy, the so-called municipalities of the wind power reach number 904, 4.5% of the Italian municipalities.

But if on the one hand the imperative is to abandon the fossil fuel and move towards the production of clean energy, on the other hand, for more than two decades now, the lack of national and regional strategies and the absence of careful and forward-looking planning, has tragically transformed the Italian landscape. In particular in the regions of southern Italy and its islands that have seen a random and wicked distribution of hundreds of wind farms. Plants built without taking into account the heavy consequences on the landscape and on the farmers and breeders daily life. “A forest of pipes and shovels, one behind the other, alongside the mountain ridges. The horizon is cut by the propellers, it seems that the earth can take off and all of us, at any moment, head towards the heaven ” wrote Antonello Caporale in 2012 describing the landscape of the small village of Candela.

Only a couple of months ago, an article on Europatoday (26.11.2017) titled “Gone with the wind: the Bei (European Investments Bank) finances 8 wind farms in the central and southern Italy“. New wind farms in the regions of Abruzzo, Basilicata, Campania, Puglia and Sicily. New towers mean the construction of impressive infrastructures: roads, artefacts, excavations for laying cables, transformer cabins. We are creating new territories, new productive landscapes. This work wants to explore them and make them known.

Previous
Previous

Hong Kong

Next
Next

The Waiting City